MUOVI-AMO-CI!

Written by Daniele Renda

On 11 Novembre 2024

Il 10 novembre 2024 in piazza delle Medaglie d’oro a bologna, il gruppo del Disability Pride Bologna ha promosso una manifestazione per rivendicare il diritto a un servizio taxi universalmente accessibile, per richiedere di aumentare il numero delle vetture in grado di fornire il servizio anche a viaggiatori che si muovono in carrozzina e promuovere la formazione di tutti i soggetti che gestiscono il trasporto.
l’evento, molto partecipato, ha già avuto esiti positivi e si è già aperto un canale di confronto con amministrazione e gestori del servizio.
Di sicuro la protesta avrà un seguito e non solo a Bologna.
Di seguito alcuni contributi, a firma Bana Abreham, Lecicia Sorri e Daniele Renda e soprattutto le testimonianze di chi è vittima di questo malservizio.

NON MI PORTI TU, CI VADO IO!

Bana Abreham

Le persone con disabilità non vogliono sopravvivere, vogliono vivere e per farlo dobbiamo poter scegliere quando e come muoverci. Il servizio taxi deve essere adattato perché siamo diversi, strani, simpatici o odiosi, lungi da noi ogni forma di omologazione, l’uguaglianza che vogliamo è quella davanti alla legge e ai servizi pubblici. Uguaglianza già prevista dall’articolo 3 della costituzione. Quindi, sia chiaro che non stiamo chiedendo un favore, un privilegio o una chissà quale innovazione frutto di menti ribelli, chiediamo che siano rispettati norme e criteri già previsti dai padri costituenti.

È inutile dirci che oltre ai taxi ci sono altri servizi, magari di volontariato, che portano la persona con disabilità in ospedale, in farmacia eccetera. Ma davvero pensate che basti questo per avere una vita soddisfacente?  Le persone con carrozzina non sono mica dei monaci asceti, magari ci si sveglia con la voglia di un gelato, di fare una sorpresa al fidanzato o di andare in un pub in piena notte, bisogna chiamare la Croce Rossa per farlo? No, basta un taxi accessibile.

Bologna non può dire di essere accessibile se chi ci vive non può godere degli spazi della città. Si organizzano tante tavole rotonde e convegni sull’accessibilità, la disabilità, l’inclusione. Ma come ci si arriva a questi meravigliosi convegni? Ci si arriva nel solito modo, chiedendo aiuto, un favore, un passaggio, un’opera buona. vogliamo una città in cui dire “non mi porti tu, ci vado io”.

Quindi diciamo no all’assistenzialismo, no alla carità, vogliamo taxi accessibili, taxi che, diciamolo bene, paghiamo.

Li paghiamo in quanto siamo clienti e come clienti vogliamo essere trattati, con rispetto e professionalità. Basta all’infantilizzazione, una persona con disabilità se è adulta è adulta punto e fine. Non vogliamo essere sviliti o mortificati mentre chiediamo il servizio taxi.

Formazione è la parola chiave, formare gli operatori dei radio-taxi e i tassisti perché sappiano interagire con la disabilità in modo funzionale. Smontiamo l’idea della persona con disabilità come pupazzo inanimato privo di volontà. Vogliamo, vogliamo tante cose e siamo qui per dirlo.

Innanzitutto, noi vogliamo muoverci, un noi che include tutti, con carrozzina o meno, perché se una persona in carrozzina non riesce a prendere un taxi ed è costretta a stare ferma, vuol dire che ad essere fermo è il paese intero.

Siamo qui, aperti al dialogo e a ogni domanda, anche agli insulti se volete, ma non chiedeteci di stare in silenzio e fermi. Non aspettiamo di romperci un ginocchio per capire, muoviamoci insieme, muoviamoci ora.

Frammento dell’intervento di Bana Abreham dalla manifestazione Muovi-Amo-Ci del 10 novembre 2024

NUMERI

di Lecicia Sorri

722 Taxi in circolazione a Bologna

di cui solo 31 attrezzati al trasporto di persone in carrozzina tramite l’utilizzo della pedana apposita.

Il 30 di agosto di quest’anno è scaduto il bando comunale che in teoria doveva assegnare 72 licenze di cui 31 prioritarie.

ZERO gli effettivi riferimenti a tale priorità all’interno del bando.

50 i punti guadagnabili in graduatoria se ci si propone con un’auto già attrezzata

150mila euro il costo complessivo di una licenza

30mila euro lo sconto accordato a chi ha intenzione di rendere il proprio mezzo accessibile tramite l’installazione delle apposite modifiche.

67 le nuove licenze assegnate a seguito di tale bando.

OTTO di queste sono quelle prioritarie. SOLO OTTO.

3 il numero dell’articolo della nostra costituzione che disciplina l’uguaglianza delle persone cittadine davanti alla legge.

UNA la Repubblica che secondo tale articolo deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà delle persone, impedendo il pieno sviluppo e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.

NON È UN SERVIZIO PUBBLICO SE NON È PER TUTTI!

Daniele Renda

Le teorie sulla speciazione ci hanno condannati a dividere gli esseri umani in binomi, bianco e nero, uomo e donna, etero e omo, normale e disabile, in cui il secondo elemento della coppia ha quasi sempre valenza negativa, quando non di inferiorità.

Una cultura in cui tutto ciò che non rientra nei canoni, viene visto come minore, irrilevante o insignificante.

Con troppa disinvoltura dimentichiamo che la nostra società è il frutto di individualità molteplici che convivono e si mescolano tra loro. Facciamo fatica a comprendere la sola esistenza della singolarità e ne ignoriamo totalmente l’importanza.

Ogni persona è la prova diretta di questa complessità. Siamo tutti diversi, sia chi lo rivendica con orgoglio in questa piazza,, sia chi ha la convinzione di far parte dell’altra faccia della luna, quella dei presunti normali.

Non c’è nulla di più normale che essere diverso!

E allora in questo oceano di diversità non è concepibile ne immaginabile un servizio pubblico che non sia pensato per tutti! Non è giustificabile un servizio pubblico che escluda anche solo una singola persona!

Non possiamo più giustificare ne tollerare un servizio pubblico che precluda un diritto fondamentale a chicchessia!

La libertà di circolare, di muoversi e godere degli spazi della propria città, di raggiungere luoghi, di accedere a centri culturali, ricreativi, sportivi, di autodeterminare la propria vita compreso il proprio tempo libero e le proprie attività non può essere privata a nessuno.

Non consentire alle persone disabili di utilizzare secondo le proprie necessità e ed esigenze il trasporto taxi significa ridurre notevolmente la qualità della loro vita se non azzerarla completamente.

L’impossibilità di poter programmare anche il più semplice degli spostamenti risulta mortificante, umiliante e per niente rispettoso della dignità dell’individuo.

Gli episodi che si sono verificati in occasione del Disability Pride qui a Bologna, se non fossero bastati i tantissimi esempi quotidiani, ne sono la prova più lampante.

ci hanno spinto oggi a scendere in piazza per manifestare e rivendicare il nostro diritto di muoverci, viaggiare, spostarci liberamente anche tramite taxi.

Le tante testimonianze che ci sono arrivate e che oggi abbiamo letto in minima parte, ci fanno capire che siamo nel giusto e ci danno la forza per andare avanti.

Abbiamo sentito di persone impossibilitate a uscire di casa quando vogliono per andare dove vogliono. Impossibilitate a recarsi all’aeroporto, alla stazione, in ufficio, a scuola, all’università e addirittura a raggiungere luoghi dove sottoporsi a cure e assistenze necessarie per la propria salute.

E ancora peggio abbiamo capito come provare a muoversi in autonomia significa mettere a rischio la propria esistenza. Non sempre se si riesce a raggiungere la meta si ha infatti la certezza di poter rientrare a casa.

E allora abbiamo ascoltato di persone disabili costrette a convivere con la paura di rimanere in strada di notte e non poter tornare indietro. Di persone che non sapevano a chi chiedere aiuto per i propri spostamenti.

Tutto questo non è più accettabile! È disumano e discriminante!

Nel 2024 esiste ancora lo stigma verso chi si muove in carrozzina. Non è comprensibile che mezzi di trasporto siano preclusi a una fetta di cittadini e di persone. E la cosa peggiore è sapere che i taxi accessibili alle carrozzine esistono e circolano regolarmente per le nostre strade.

Cosa c’è che non va? Perché una persona in carrozzina non può utilizzare liberamente e facilmente un taxi? Siamo noi quelli sbagliati? Quale è allora la nostra colpa?

La risposta è semplice: è questa logica di dover garantire diritti soltanto ad alcuni e non a tutti ad essere sbagliata! Noi non abbiamo alcuna colpa!

Un servizio che non sia pensato per tutti non è un servizio pubblico o a valenza pubblica!

Un servizio precluso a una fascia di cittadini è un servizio ingiusto, sbagliato e non più giustificabile.

Oggi siamo qui in questa piazza per rivendicare a gran voce il nostro diritto di muoverci, di spostarci, di vivere le nostre città e gli spazi pubblici!

Pretendiamo che un’amministrazione degna di questo nome tenga in considerazione le esigenze di tutti.

Per questo motivo riteniamo non più tollerabile che venga concessa soltanto una percentuale alle licenze prioritarie nei bandi pubblici.

Chiediamo che da oggi in poi tutte le licenze vengano concesse esclusivamente a chi possa garantire un servizio per tutti, indistintamente dalle condizioni fisiche.

Vogliamo che l’accesso alle vetture taxi sia universalmente garantito.

La libera circolazione non può e non deve essere concessa a percentuali.

Siamo tutti diversi ma abbiamo tutti gli stessi diritti!

MUOVIAMOCI!

TESTIMONIANZE:

“Mi chiamo Giusy Carella e vi racconto la mia esperienza con i taxi prioritari.

La situazione è diventata molto critica da circa due anni a questa parte e in diverse occasioni ma quella veramente più eclatante è stata circa un mese e mezzo fa durante il weekend dedicato al Disability Pride che si è tenuto qui a Bologna.

Il sabato sera del 21 settembre, dopo aver assistito ai talk in doppia veste come donna con disabilità e in qualità di responsabile della comunicazione per il magazine Buone Notizie Bologna e scambiato due chiacchiere con alcuni amici nell’atrio del DAS, intorno alle 19.45 comincio a cercare telefonicamente un taxi per fare rientro a casa.

Ma alle 21.30, dopo aver chiamato ripetutamente entrambe le compagnie di taxi della nostra città (che non è certo una megalopoli), ancora non ho avuto alcun esito. Fortunatamente un’amica e la sua accompagnatrice erano rimate a farmi compagnia aspettando con me in strada il taxi che non arriverà.

A quel punto la mia amica mi propone di andare a casa sua, che si trova lì vicino, per continuare poi a cercare un mezzo per tornare a casa.

Arrivata lì riprovo a chiamare le centrali dei taxi, ma senza nessun risultato facendo preoccupare, intanto, anche la mia famiglia. Alla fine ho dovuto decidere di farmi portare a casa dall’altra persona con la sua auto lasciando la carrozzina elettrica a casa dell’altra amica.
 
A casa ho dovuto usare la carrozzina manuale per moltissime ore. Il giorno dopo, oltre all’umore nero e al mal di schiena fortissimo, mi sono dovuta “occupare” di come recuperare la mia carrozzina elettrica che forse non tutti capiscono che equivale alle “mie gambe”.

Grazie all’interessamento di alcune persone di cuore la domenica pomeriggio ho potuto riavere la mia carrozzina elettrica ma ormai a quel punto sofferente per il mal di schiena e demoralizzata come ero, non ho avuto più alcuna voglia di partecipare al corteo, anche perché il rischio di ritrovarmi di nuovo del girone infernale del giorno prima era quasi garantito.

La mia riflessione finale è che in pieno fine settimana dedicato alla disabilita quello che è accaduto e davvero molto grave e lesivo del mio e nostro diritto di vivere ed essere parte attiva di questa città e della società che la compone.”

“Ho cercato un taxi disabili per l’aeroporto lo scorso 27 settembre, si trattava di un percorso molto breve da casa. L’orario non era molto comodo, si trattava delle quattro di notte: non era disponibile alcun taxi disabili a quell’ora, ho preso un taxi ordinario, riesco comunque ad organizzarmi anche su una automobile Qualsiasi purché ci sia spazio per la carrozza. Penso che non sia lo stesso per tutti i disabili: Sarebbe ora che il servizio taxi prioritario fosse disponibile anche di notte e con tariffe più accessibili.”

“Mia madre è disabile e la maggior parte delle visite siamo costretti a contattare associazioni a pagamento per il trasporto. È praticamente impossibile trovare taxi prioritari.”

“Nell’ultimo anno, chiamando radio taxi, ho sempre ricevuto Un messaggio di annullamento della corsa, Dovuta a una difficoltà nel trovare una macchina attrezzata e di conseguenza disponibile. Mi chiedo cosa significhi oggi il termine “taxi prioritario” quando tale priorità non avviene nella pratica.”

“L’episodio che mi è successo è avvenuto a fine maggio 2019. È passato molto tempo, ma purtroppo è un problema ancora odierno e con grande amarezza ve lo racconto. A metà di un pomeriggio di un giorno infrasettimanale ho richiesto una corsa con un taxi attrezzato per recarmi dal centro alla zona del nuovo comune. Inizialmente tutto a posto, mi è stata confermata dalla centrale la corsa e mi è stato indicato un tempo di attesa indicativo. Il taxi però non è arrivato come concordato. Ho richiamato la centrale e dopo uno scambio di telefonate sono stata informata che il taxi aveva “sbagliato” indirizzo. Ho chiesto quindi quando sarebbe arrivato il taxi o un taxi sostitutivo: mi è stato risposto che non avevano più mezzi da mandarmi. Ho dovuto quindi arrangiarmi e ho potuto arrangiarmi solo perché, per un caso fortuito, ero insieme ad una persona che non mi ha piantata in asso e mi ha aiutata. Chi non ha una rete di supporto da attivare per farsi aiutare quando viene lasciato direttamente “a piedi” – l’amico o il parente da chiamare e a cui dire “mi vieni a prendere?”, per intenderci – cosa fa in una situazione del genere? Possibile che all’alba del 2024 in una città come Bologna una persona che si muove in carrozzina debba pianificare ogni suo singolo spostamento fuori casa a priori e al minuto senza poter considerare l’uso del taxi perché se anche “ti va bene all’andata” c’è l’alto rischio di non sapere come rientrare a casa quando poi è il momento?”

“Esperienza splendida. Ho chiamato il taxi  adattato per disabili dall’hotel dove alloggiavo, dopo 7/8 minuti è arrivato . Il taxista mi ha preso, mi ha fatto salire la pedana, bloccata la carrozzina alla pedana e fatto salire mia moglie. Io sono tetraplegico quindi temevo di non avere nessun aiuto come SUCCEDE CON I TAXI DI FIRENZE CHE DOBBIAMO PRENOTARLO IL GIORNO PRIMA E NON ASSICURANO IL TRASPORTO. Terminato il mio impegno ho chiamato nuovamente il taxi che in pochi minuti è arrivato e mi ha riportato in albergo. IN NESSUNA CITTÀ AVEVO TROVATO UN SIMILE SERVIZIO. Io abito ad Arezzo  dove non esiste tale servizio!”

“Spesso, se li si chiama sul momento, non se ne trovano di disponibili. Si possono prenotare ma con largo anticipo perché hanno pochi taxisti a disposizione e, comunque, anche se li si prenota, la conferma definitiva del trasporto viene data una ventina di minuti prima quindi non si ha la certezza che arrivino.” ( Renata )

“Spesso ho dovuto prendere un taxi prioritario perché sono una persona disabile. E spesso anche quando dovevo fare visite ospedaliere sono arrivati in ritardo o addirittura non sono arrivati perché mi dicevano che erano tutti impegnati.”

“Buongiorno, siamo Giulia, Pietro e Francesca, tre amici con disabilità motoria su carrozzina elettrica.
Premettiamo il fatto che siccome da tempo avevamo in programma questo evento con largo anticipo ci siamo messi all’opera per capire se avremmo potuto prenotare i taxi in modo tale da evitare qualunque tipo di disagio. Scopriamo che nessun taxi è prenotabile, nemmeno per coloro che hanno una disabilità motoria, o meglio si potrebbe chiamare un numero dedicato alla prenotazione, peccato che poi il giorno stesso della partenza dovrà comunque arrivare un SMS che conferma o disdice la prenotazione effettuata in anticipo, qualora sul momento non si riuscisse a trovare un mezzo di trasporto adeguato. Ma dato che quest’opportunità non ci avrebbe garantito certezza assoluta tanto valeva non prenotare. Abbiamo perciò pensato di adattarci a quello che prevede la consuetudine: chiamare il taxi sul momento per poterci spostare, consapevoli che stavamo rischiando.
Tralasciando i tempi biblici di attesa telefonica, dopo aver spiegato la nostra esigenza, ovvero quella di essere trasportati da Villabellombra all’albergo mediante tre taxi accessibili con pedana per un fattore di comodità, ci arriva un SMS con su scritto che un solo veicolo sarebbe arrivato da li a 8 minuti.
Chiamiamo nuovamente, perché prima di procedere con la ricerca del veicolo adatto ci spiegano che, qualora sull’SMS ci fosse stato scritto la mancata disponibilità dei mezzi di trasporto adeguati, avremmo potuto richiamare.
Una, due, tre, quattro telefonate (a un certo punto perdemmo il conto), perché neanche il taxi che avrebbe dovuto arrivare di lì a breve è mai giunto a destinazione. Così, ci siamo arresi optando per soluzioni alternative più scomode e meno agevoli per tutti.
Toccare con mano questa vicenda ci ha lasciato profondamente dispiaciuti e amareggiati, sapevamo di richiedere troppo, in quanto tre persone con disabilità motoria aventi le medesime esigenze sono rare da incontrare, tutte nello stesso momento poi in una zona di Bologna non alla mano e non alla portata di tutti.
Eppure, quale colpa abbiamo noi? Siamo tre amici che hanno scelto di partecipare, proprio quel giorno, ad un convegno relativo alla disabilità e alla vita indipendente. Abbiamo solamente voluto provarci ad essere autonomi eppure, ancora una volta, come nella maggior parte delle situazioni, non siamo riusciti ad arrivare dove speravamo non per mancanza di volontà, ma per via di una pessima organizzazione.
Grazie per averci ascoltato!

In fede,
Giulia, Pietro e Francesca”

“Sono una ragazza che utilizza una sedia a rotelle superleggera e non pieghevole. Non ho bisogno di taxi con pedana, ma di un taxi con un bagagliaio abbastanza grande da poter contenere la sedia a rotelle, in cui, tra l’altro, si può anche abbattere lo schienale e togliere le ruote per facilitarne il trasporto.

Mi è capitato più volte di chiamare le due compagnie di taxi prioritari per persone disabili. Quando ho cercato di prenotare in anticipo, mi è stato detto che non era possibile; chiamando al momento, invece, mi hanno spesso risposto che non c’erano taxi disponibili, perché impegnati in fiere o eventi – i cosiddetti “taxi prioritari per persone disabili”.

Ho provato anche a contattare le compagnie di taxi “normali” e le auto blu, ma mi è stato detto che non potevano caricare la mia sedia perché non pieghevole, nonostante in molte altre città l’abbiano caricata senza problemi. Di conseguenza, ho dovuto farmi accompagnare in sedia a rotelle, perdendo autonomia, per raggiungere la mia destinazione, anche sotto la pioggia in alcuni casi.

È importante ricordare che non tutte le persone con disabilità hanno le stesse esigenze, ma tutte le esigenze sono legittime.”

Cosa succede quando si prova a chiamare un taxi attrezzato a Roma? il contributo del Disability Pride Roma alla manifestazione di Bologna.

FONTI NORMATIVE DI RIFERIMENTO:

  • Costituzione italiana ( articolo 3 e articolo 16 );
  • Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità – ratificata dal Parlamento italiano il 03.03.2009 Legge n° 18 ( articolo 9 e articolo 10 );
  • “Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea”- Legge del 15 gennaio 1992 n° 21 ( articolo 14 ).

Costituzione Italiana:

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 16

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.

Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ( ratificata dal Parlamento italiano il 03.03.2009 Legge n° 18 ):

Articolo 9

Accessibilità

  1. Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli stati parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Queste misure, che includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e di barriere all’accessibilità, si applicano, tra l’altro, a:
  2. Edifici, viabilità, trasporti e altre strutture interne ed esterne, comprese scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro;
  3. Ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi informatici e quelli di emergenza.
  4. Gli stati parti inoltre adottano misure adeguate per:
  5. Sviluppare ed emanare norme nazionali minime e linee guida per l’accessibilità alle strutture e ai servizi aperti o forniti al pubblico e verificarne l’applicazione;
  6. Garantire che gli organismi privati che forniscono strutture e servizi aperti o forniti al pubblico, tengano conto di tutti gli aspetti dell’accessibilità per le persone con disabilità;
  7. Fornire una formazione relativa ai problemi di accesso con cui si confrontano le persone con disabilità a tutti gli interessati;
  8. Dotare le strutture e gli edifici aperti al pubblico di segnaletica in caratteri Braille e in formati facilmente leggibili e comprensibili;
  9. Mettere a disposizione forme di assistenza da parte di persone o animali e servizi di mediazione, incluse guide, lettori e interpreti professionisti esperti nella lingua dei segni, allo scopo di agevolare l’accessibilità a edifici ed altre strutture aperte al pubblico;
  10. Promuovere altre forme idonee di assistenza e di sostegno a persone con disabilità per garantire il loro accesso all’informazione;
  11. Promuovere l’accesso delle persone con disabilità alle nuove tecnologie e ai sistemi di informazione e comunicazione, compreso internet;
  12. Promuovere alle primissime fasi la progettazione, lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di tecnologie e sistemi di informazione e comunicazione, in modo che tali tecnologie e sistemi divengano accessibili al minor costo.

Articolo 10

Diritto alla vita

Gli stati parti riaffermano che il diritto alla vita è connaturato alla persona umana e adottano tutte le misure necessarie a garantire l’effettivo godimento di tale diritto da parte delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri.

Legge del 15 gennaio 1992 n° 21 – “Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea”

Articolo 14

Disposizioni particolari

1. I servizi di taxi e di noleggio con conducente sono accessibili a tutti i soggetti portatori di handicap.

2. I comuni, nell’ambito dei regolamenti di cui all’articolo 5, dettano norme per stabilire specifiche condizioni di servizio per il trasporto di soggetti portatori di handicap, nonché il numero e il tipo di veicoli già esistenti da attrezzare anche al trasporto di soggetti portatori di handicap di particolare gravità, in attuazione della legge 30 marzo 1971, n. 118, e del regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384.

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